Robe da chiodi

Musei italiani, zero in social media

7 comments


Interessante (e imbarazzante) la classifica realizzata da lito.es sulla presenza dei musei nei social media. Interessante perché dimostra quanto sia l’impegnio che le grandi istituzioni museali stanno mettendo per usare questo strumento. Imbarazzante per la quasi assoluta assenza delle istituzioni italiane. Per dirne una: il Metropolitan ha 536 mila amici su facebook e 325 followers su Twitter; il Louvre è rispettivamente a 375mila e 3.754. Il Prado a 128mila e 99mila. Ho fatto tre esempi di musei che hanno caratteristiche simili a tante istituzioni italiane, che invece sono del tutto assenti dai social network. I primi e unici musei che entrano nella classifica sono il Mart, il Maxxi e il MamBo di Bologna, con buoni numeri su FB e modestissimi su Twitter (che è il social network più dinamico). I numeri possono essere spiegati parzialemente anche con il fattore lingua, ma che un’istituzione dalle ambizione globali come il Maxxi “twitti” in italiano è sintomo di provincialismo. Serve per un museo presidiare i social network? Io non ho dubbi: si abbattono un po’ di barriere generazionali, si costruisce un’immagine di museo più viva senza pregiudicarne la qualità. La costruzione di una community si rivela preziosa ed essenziale nel momento in cui devi promuovere una tua iniziativa, ma anche nel momento in cui devi affrontare un problema e puoi sollecitare l’attenzione di chi ti segue abitualmente. Per di più l’investimento sui Social network è praticamente a costo zero: perché è il modo con cui chi sta nei musei diffonde l’entusiasmo e la passione che contraddistingue il suo lavoro. L’Italia è invece malata di una passività letale e da una burocratizzazione che certamente metterà mille lacci a chi pensasse di muoversi in questa direzione. Ma non sempre sono questi i motivi. Un esempio: il Museo del design di New York ha 133mila amici su FB e 383mila follower su Twitter. La Triennale di Milano è quasi a zero su FB e poco più di mille su Twitter. Vi sembra normale? Svegliamoci, per favore…

Written by gfrangi

Luglio 30th, 2011 at 6:54 am

Posted in pensieri

Tagged with , , , ,

7 Responses to 'Musei italiani, zero in social media'

Subscribe to comments with RSS or TrackBack to 'Musei italiani, zero in social media'.

  1. Tutto quasi vero, ma penso che l’eccesso di autoipercriticita’ siaparte del problema. Al Mart twittiamo dal 2008, diffondiamo contenuti originali, abbiamo una buona interazione, il nostro direttore nel settembre 2010 ha risposto in diretta alle domande degli utenti. In che cosa tutto cio’ e’ modestissimo?

    Lmelk

    31 Lug 11 at 7:02 am

  2. Ammetto un eccesso di ipercriticità. Nel sistema italiano il Mart è l’unica realtà che si comporta in modo dinamico sui social media (in una classifica pubblicata sul settimanale Vita per il quale lavoro, era risultato il museo più “socializzante” d’Italia). D’altra parte c’è anche un’oggettività di numeri con cui fare i conti. E la famiglia di twitter è ancora troppo stretta rispetto a quello a cui si potrebbe puntare. L’aggettivo si riferiva evidentemente ai numeri e non alla qualità dell’interazione.

    gfrangi

    31 Lug 11 at 7:59 am

  3. Ti ho ritrovato, evviva!
    Totalmente a favore dei social network!
    Ciao.

    cristina

    4 Ago 11 at 8:41 am

  4. d’accordo con Lmelk. Anche per La Triennale, io vedo numeri diversi: 22.400 amici in facebook e 1700 followers in twitter…

    mc

    4 Ago 11 at 10:33 am

  5. Peccato che l’ultimo tweet della Triennle ad oggi sia datato 30 giugno… aldilà dei numeri mi sembra che manchi una consapevolezza di quanto siano strategici strumenti come questi per aggregare nuovo pubblico e per gettare stimoli legati alle proprie attività. Per esempio che ve ne pare del fatto che un’istituzione a vocazione internazionale come la Triennale (voleva aprire a NY…) twetti in italiano?

    gfrangi

    5 Ago 11 at 6:37 am

  6. Ricordiamoci sempre che questo paese, questi politici, non sono stati neppure in grado di realizzare un sito turistico decente (vedi la schifezza di italia.it) e i musei statali italiani seguono a ruota, e tu vienei a discorrere di social media 🙂

    alessio bravini

    8 Ago 11 at 1:01 pm

  7. […] network, vantando un primato per quanto riguarda Pinterest. Se nel 2011 veniva denunciata una certa lentezza delle istituzioni culturali italiane a innovare le proprie attività di comunicazione sul w…, si può dire che ad oggi il numero dei musei che in Italia si sta progressivamente avvalendo dei […]

Leave a Reply