Robe da chiodi

Marina Abramovic, sciamana un po’ troppo chic

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(se amate o ammirate la Abramovic non leggete quest post: mi odiereste..)
Non sono ancora andato a vedere la mostra di Marina Abramovic al Pac, né la sua puntuale appendice mercantile da Lia Rumma. Francamente non ne ho molta voglia: mi sembra di aver sentito e visto di tutto e di più. Inoltre devo aver frainteso qualcosa in merito all’Abramovic Method (è questo il titolo, non nuovo, che l’artista serbo-americana ha dato alla sua kermesse a Milano). Avevo capito, spizzicando qua e là nel fiume di articoli e interviste che hanno accompagnato l’operazione Abramovic, che il cuore del suo messaggio artistico fosse un’esperienza zen comunicata e allargata allo spettatore. L’artista che partecipa se stessa al visitatore («Il pubblico diventa performance e sperimenta le sue “installazioni interattive”», si spiega sul sito della mostra. «Le persone dovranno espandere i propri sensi, osservare, imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi»: francamente un po’ banale, non me ne voglia l’assessore Boeri…). Del metodo di Marina, senza aver visto la mostra (ammetto la scorrettezza, ma mi calo nei tanti che non la vedranno) ho capito piuttosto questo: che si è trattato di una magistrale strategia di invasione dei media, persin con appendice televisiva nel nuovo programma del lanciatissimo Fabio Volo. Non riesco a vedere molto spirito zen in questo iperpresenzialismo. Penso che neanche Cattelan saprebbe arrivare a tanto (lui che per altro sa farsi perdonare con l’ironia…).
La sacerdotessa Marina appare poi in centinaia di manifesti sparsi per la città, seduta su un tronetto aguzzo con i piedi appoggiati su mattonelle simil quarzo che danno l’effetto sospensione nel vuoto. Sinceramente, più che una sciamana mi sembra una sciura alla cassa. E poi, diciamocelo, Marina sa far troppo bene i calcoli per essere una sciamana…

Per completezza d’informazione: ho avuto grande ammirazione per la Abramovic. Ad esempio per quella tragica e rabbiosa di Balkan Baroque con cui vinse il Leone d’Oro a Venezia 1997. Per dire, che magari mi sbaglio su Marina a Milano, ma non sono prevenuto. E che quella che sento parlare e di cui sento parlare non mi sembra la stessa di 15 anni fa.

Written by gfrangi

Marzo 23rd, 2012 at 10:22 pm

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3 Responses to 'Marina Abramovic, sciamana un po’ troppo chic'

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  1. sono d’accordo, della Abramovich mi piacevano i suoi primi video e performances degli anni settanta, non mi convince già quella della biennale forse un po’ troppo drammatica e teatrale e mi hanno rotto le palle l’esibizione del suo pube e delle sue tette, preferisco i gol di Ibraimovich più sinceri, potenti e artistici

    mauro

    24 Mar 12 at 9:22 am

  2. Le contraddizioni in arte sono la carta tornasole delle contraddizioni della vita. Pensiero banale il mio, contrario agli sciamani che ci diciamo e alle chiccherie poco o troppo chic.

    Giovanni Savio

    24 Mar 12 at 4:16 pm

  3. […] ha descritto bene la sua poetica; ma rispetto alla performance dentro e fuori dal PAC condivido  la stroncatura che ne ha fatto di Robedachiodi. "The Abramovic Method", PAC, Milano, […]

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