Robe da chiodi

Una delicatissima Pietà tra le pagine de Il Manifesto

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Jean Malouel, La Pietà, Louvre

Imprevisti percorsi dell’informazione: è da Il Manifesto di domenica (inserto Alias) che sono venuto a sapere, attraverso un documentatissimo articolo, di questa Pietà recentemente acquisita dal Louvre. Un’acquisizione di grande importanza, perché il catalogo di questo artista arrivato dai Paesi Bassi alla corte di Borgogna nell’ultimo scorcio del 300, si conoscono solo altre tre opere, una delle quali è proprio al Louvre. Una pagina intera del quotidiano, con l’immagine che campeggia con la delicatezza delle sue linee e dei suoi colori: un colpo d’occhio davvero emozionante. La Pietà è di altissima poesia, con il corpo di Cristo nudo che s’allunga frontalmente senza dar nessuno scandalo per tutta la tavola. Le figure sembrano tutte disposte con l’ordine dei petali di un fiore. Scrive Claudio Gulli: «Si tratta di un’opera di una ricchezza rara: colori rari – sfoglie di lapislazzuli, miscele calde di lacca, minio e vermiglione, gli squilli del giallo di piombo-stagno – accendono il contrasto emotivo fra l’atterramento di Cristo e il doloroso contegno degli astanti». La tavola è arrivata al Louvre in modo rocambolesco (tant’è che sul sito del Museo non ne ho trovato ancora traccia): era infatti conservata nel presbiterio della parrocchia di Vic Le Comte paesino nel centro sud della Francia. Nessuno ne conosceva l’importanza, e il parroco decise di venderlo per far fronte a spese urgenti. Intercettato sul mercato da un privato, ora è arrivato al Louvre che lo ha pagato 7,8 milioni, alla condizione che 2,7 tornassero al comune che dell’opera si era visto improvvidamente privato. Dal 16 maggio è visibile alla Galerie Richelieu. «Un dipinto che sarebbe piaciuto a Luciano Bellosi», ha detto Dominique Thiébaut, la conservatrice della collezione dei primitivi del museo parigino (che ha pubblicato per l’occasione anche un agile libretto su quest’opera). Una ragione in più per ammirarla.

Written by gfrangi

Maggio 29th, 2012 at 9:37 pm

2 Responses to 'Una delicatissima Pietà tra le pagine de Il Manifesto'

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  1. sul mio schermo non appare la riproduzione. Sono andata a vederla. E’ bellissima. Sorprendente. Cristo tra Padre, Madre, Spirito Santo e Fratello amato Giovanni. Non ne ricordo altre così. Mi sembra veramente di vedere qualcosa di più in questo uomo nudo e sanguinante non deposto come tradizione nel grembo della madre (terra), e invece esposto e sorretto frontalmente dal Padre alla presenza dello Spirito, più leggero per la madre che ne sorregge delicatissima il braccio. Giovanni a lato vede il mistero.
    Mi sembra di ricordare una trinità (vista a Venaria Reale, Mostra sul corpo di Gesù) dove il padre alzava le braccia del Figlio mostrandolo in forma di Croce.
    Ma in questo esporre il figlio ferito sento una intuizione grandissima, penetrante, molto attuale. Dal suo costato un rivolo di sangue come da una sorgente. Oggi ero al funerale di un mio giovane e amatissimo cugino. Lo ho visto in questo Cristo.

    paola

    31 Mag 12 at 9:08 pm

  2. Anch’io sono rimasto stupito dalla bellezza dell’inquadratura. È come un’ostensione del corpo di Cristo, il positivo della Sindone. C’è tanta fragilità e tanta delicatezza. Un abbraccio a te

    gfrangi

    2 Giu 12 at 9:21 am

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