Robe da chiodi

Caravaggio e la stupidità di internet

17 comments

La pagina di Google alla voce “Caravaggio"

Se cercate notizie sul web rispetto al caso dei 100 disegni del Fondo Peterzano in cui due studiosi hanno riconosciuto la mano di Caravaggio, vi troverete davanti ad un elenco infinito di link in cui tutto viene dato per certo e per acquisito. Per una valutazione sul bizzarro ritrovamento vi rimando a questa intervista di Cristina Terzaghi, che a Caravaggio ha dedicato un libro di grande importanza e con tante scoperte documentarie. Oggi tutti i giornali si occupano ovviamente della cosa, dedicando anche grande spazio. Pierluigi Panza sul Corriere ha sentito Francesca Rossi, responsabile del Gabinetto dei Disegni del Castello (dove è custodito il Fondo Peterzano, di cui fanno parte i 100 disegni) che rivela di non aver mai conosciuto i due studiosi e di non averli mai visti in sala studio. La Stampa esagera con ben due pagine senza nessun accenno dubitativo nel titolo, ma almeno con la salutare doccia fredda di un commento di Marco Vallora. Repubblica, che ieri aveva seguito a ruota l’Ansa nel lancio sul sito della notizia, oggi in prima pagina almeno prende un minimo di distanza mettendo le virgolette nel titolo (nel senso che attribuisce l’affermazione del ritrovamento alla voce dei due studiosi). L’articolo di Armando Besio e Carlo Alberto Bucci mette mille dubbi (rivelando che i disegni erano stati studiati persino da Costantino Baroni e da Maurizio Calvesi). Claudio Strinati, con un commento un po’ imbarazzato salva il profilo dei due ricercatori (“egregi studiosi”) e finisce con il dire che se anche fossero di Caravaggio non dicono nulla che non sapessimo già…
Se invece andate su internet non troverete né punti interrogativi, né virgolette per i titoli, né pareri minimamente dubitanti.
Questo per dire che la carta (dei giornali) è preziosa, con tutti i limiti e la fatica che si porta dietro. Speriamo che non ci abbandoni…

La notizia sul sito di Le Monde per lo meno è in forma dubitativa…

Un dossier completo sui “100 Caravaggi” su storiedell’arte.com

Leggete questo bell’intervento su La Tibune de l’art di Didier Rykner

Written by gfrangi

Luglio 6th, 2012 at 9:29 am

17 Responses to 'Caravaggio e la stupidità di internet'

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  1. Se il cervello ci abbandona tutto il resto segue a ruota… è solo questione di tempo!

    Serena

    6 Lug 12 at 9:59 am

  2. […] Ca­ra­vag­gio e la stu­pi­dità di in­ter­net at Robe da chiodi […]

  3. la stupidità non è di internet, ma delle persone.
    così come il giornalismo è invaso da gente intelligente e gente stupida, anche internet lo è.
    in fondo l’autore di questo articolo sta scrivendo su internet, eppure non credo che si ritenga stupido..

    andre

    6 Lug 12 at 3:49 pm

  4. Tutto vero. Ma siccome in genere si tende a mitizzare il potere informativo del web, questa vicenda dimostra che conviene andar cauti.

    gfrangi

    6 Lug 12 at 3:53 pm

  5. Questo blog e Storie dell’arte sono su internet, ed è grazie ad internet che queste voci possono raggiungere un vasto pubblico. Inoltre il funzionamento dei motori di ricerca fa si che segnalando gli indirizzi di certe pagine, queste salgono nella graduatoria: Robe da chiodi e Storie dell’arte, facendo sistema, pesano quanto o financo più che non una fonte più istituzionale, grazie ad internet. Internet non è stupido, internet funziona, e speriamo continui a farlo.

    Daniele Pitrolo

    6 Lug 12 at 4:53 pm

  6. guardate il profilo di m b curuz su FB e vi renderete conto di che personaggio sia

    pia

    6 Lug 12 at 4:55 pm

  7. Concordo. D’altro canto è anche vero che:
    1. la storia dell’arte è diventata una disciplina talmente ancillare a tutte le forme di conoscenza che ormai è quasi un surrogato di una guida Michelin per il turismo di massa (molto lontana dunque dall’esercizio di un sano vaglio critico)
    2. le mostre civetta sui “grandi nomi”, per quanto vituperate, alla lunga cambiano la percezione della gente e creano una storia dell’arte fatta “di grandi nomi” o in cui solo “i grandi nomi” sono un’attrattiva nazional-popolar-economico-commerciale cui dare risonanza
    3. di fatto un po’ si sente la mancanza di una divulgazione storico-artistica “fatta bene”, che abbia un valore euristico, in grado di parlare al grande pubblico, consentendo a tutti di sentirsi “accolti” (certe mostre filologiche e rigorose, va detto, a volte generano una certa sudditanza psicologica in chi non è del mestiere)
    4. se i fondi / il patrimonio artistico non sono adeguatamente inventariati e , mi si perdoni il termine, “pubblicizzati”, certe operazioni trovano un terreno fertile.
    Forse questa vicenda mette anche a nudo crepe interne al “sistema storia dell’arte”, non trova?

    perseoc

    6 Lug 12 at 5:01 pm

  8. @pia
    Ma il problema non è tanto il profilo di Facebook del personaggio, uno sul suo profilo può fare e scrivere quello che gli pare… sono problemi suoi. Il problema vero sono i commenti della gente che dànno per scontata la scoperta e si complimentano con lui, nessuno che avanzi il benché minimo dubbio 🙂

    Federico

    6 Lug 12 at 10:06 pm

  9. d’accordo al 100%

    gfrangi

    7 Lug 12 at 8:04 am

  10. ma questo episodio insegna che purtroppo l’informazione sul web è sempre più fagocitata dai metodi dell’informazione mainstreaming. Conta bucare, conta arrivare per primi e conta accumulura click. Così ci siamo ritrovati il web completamente allineanto al Tg1, cioé a ciò che di più vecchio e massificato ci sia a livello di informazione. Poi il web è grande e c’è spazio per tutti. Ma quando passa una notizia sparata senza verifiche, è come una valanga, spiana tutto…

    gfrangi

    7 Lug 12 at 8:08 am

  11. Esatto Giuseppe… il web è cambiato davvero tantissimo. Se facciamo un confronto tra come è adesso e come era dieci anni fa, ci sembra quasi di vedere due mezzi di comunicazione diversi, e ovviamente il tutto è cambiato in peggio, almeno secondo me… il web 2.0 ha portato un gran caos nell’informazione e se prima c’era un minimo di filtro adesso la massa degli utenti si perde in un mare di informazioni e spesso e volentieri non ha le capacità per distinguere ciò che è buono da ciò che non è buono. Io mi sono fatto l’idea che per aiutare le persone a scegliere le informazioni si debbano fornire garanzie sull’autorevolezza del proprio blog/sito web: quindi è bene presentare se stessi e le proprie credenziali, dare importanza alla qualità, dialogare con la propria utenza. Consiglio un libro: “Il grande inganno del web 2.0” di Fabio Metitieri

    Federico

    7 Lug 12 at 12:22 pm

  12. ciò che amareggia maggiormente è l’insistenza, nel comunicato dei due pseudo scopritori, sulla paccata di milioni che ora quei disegni potrebbero valere: ma che bisogno c’era di parlare di soldi per opere di proprietà pubblica cioè non vendibili? Che c’entra il denaro con il valore scientifico della notizia? a chi giova? Indipendentemente dall’attendibilità della scoperta l’operazione è molto sgangherata e scorretta, soprattutto verso tutti gli studiosi che da sempre conducono il loro lavoro di ricerca con un prudenza e pacatezza.

    Paolo

    7 Lug 12 at 1:22 pm

  13. La flessibilità di internet è insieme la sua forza e il suo limite. E’ un mezzo di una flessibilità mai vista prima, ma proprio per questo dovremmo trovare la forza (mai vista prima, forse) di autolimitarci, dato che il mezzo in sè non lo fa.
    Il problema di tutti sti strepiti è la fretta. La fretta porta a screditare l’osservazione, che è una cosa lenta. E quindi diventiamo insicuri, non crediamo al nostro occhio.
    E’ come qualsiasi muratore: se devi tagliare una cosa ti dice: misura due volte, anzichè misurare una volta, sbagliare e rifare.

    (Io personalmente credo che a questo serva il fare immagini oggi… A trovare l’importanza di riconoscere dei limiti, e a ritrovare la responsabilità di un atto comunicativo)

    Altra cosa che mi viene da pensare: il disegno fa sempre meno paura della pittura, come per una sua “onestà” intrinseca. I pittori che non disegnano o di cui i disegni non sono conosciuti (vedi Bacon) hanno sempre un’aura come di paura in più intorno, mi pare.

    (Giuse ti mando venerdì lo scan ad alta risoluz della foto degli affreschi!)

    Beatrice

    9 Lug 12 at 6:31 pm

  14. Caro Frangi, apprezzo un certo equilibrio per quanto, naturalmente orientato a portare il lettore sulla pista dello scivoamento del discredito.Ottimo artifizio retorico da comunicatore, il tuo. Complimenti. L’intervento della Terzagi, a cui rinvii, è molto corretto. >Apprezzabile. E’ il titolo ad essere fuorviante. La bizzarria del ritrovamento discende dal fatto che, i tuoi colleghi, hanno cercato per cent’anni queste cose senza trovarle. Semplicemente questo. Come il corpo di una ragazzina che era andatya in chiesa e che fu trovata dopo 17 anni nel luogo in cui, cercandola, non era cercata. con stima e cordialità

  15. Cari tutti, avendo aiutato Adriana e Maurizio vorrei sottolineare che il loro durissimo lavoro è stato ben lontano dall’essere superficiale. Devo dire che questo è il primo blog che leggo dove perlomeno i commenti si mantengono sul civile.
    Quello che più stupisce è che a NESSUNO delle persone ‘che contano’ su Caravaggio abbiano anche solo avuto un minimo dubbio, e diciamolo pure, dato un’occhiata allo studio in e-book. Perchè per il mondo accademico un e-book non può essere paragonato ad una pubblicazione cartacea? Siamo nel 2012.
    E se tutti quei signori e quelle signore dicono che hanno studiato bene il fondo Peterzano, perchè Adriana e Maurizio sono stati i primi a legare moltissimi disegni di Peterzano a suoi dipinti e affreschi? E’ tutto nei due e-book, ma nessuno li ha guardati…
    Bisogna cominciare ad entrare nel merito, e quando anche il sig. Dotti lo fa sul Sole24ore criticando questo e quello, guardacaso non dice nulla del volto di vecchio legato alla Conversione di Saulo, e soprattutto guarda al sassolino senza vedere la montagna.
    Adriana e Maurizio replicheranno, per fortuna.

    Roberto Martorelli

    Roberto Martorelli

    16 Lug 12 at 12:14 pm

  16. […] Spe­riamo che ora gli spe­cia­li­sti in­ter­ven­gano pre­sto a rac­co­gliere que­sta sfida, come per for­tuna ha già fatto Cri­stina Ter­za­ghi in que­sta in­ter­vi­sta, giu­sta­mente se­gna­lata da Giu­seppe Frangi. […]

  17. […] Spe­riamo che ora gli spe­cia­li­sti in­ter­ven­gano pre­sto a rac­co­gliere que­sta sfida, come per for­tuna, ha già fatto Ca­te­rina Ter­za­ghi in que­sta in­ter­vi­sta giu­sta­mente se­gna­lata da Giu­seppe Frangi. […]

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