Robe da chiodi

Come guardare a Bacon? Una riflessione illuminante

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Oggi Maria Teresa Maiocchi su Il Sussidiario riprende una mia riflessione su Bacon e il cattolicesimo. La ringrazio, perché dice in modo intellettualmente ed esperienzalmente ineccepibile quale sia stata la fortuna di aver avuto nel 900 un artista come Bacon (fortuna per tutti, ma per chi è credente in particolare).
Riprendo il finale dell’intervento di Maria Teresa Maiocchi.
Qui potete leggere l’integrale in integrale.

«Lasciamo allora che Bacon lanci – come può, come tutti facciamo – l’aggressione della sua domanda alla/dalla tela, perché più il grido sgraziato dei suoi folleggianti deformi sarà forte, meno gli Inquisitori d’ogni tempo potranno cancellare il paradosso grazioso della libertà come presenza, presenza dell’orrore di un mancamento di cui farsi responsabili, assumersi il rischio. Grazie a questo orrore figurabile, Bacon ci riserva anche un vantaggio, piccolo ma non trascurabile : le sue scimmie umane difficilmente saranno riducibili alla pubblicità di un caffè, pur “paradisiacamente” buono…

È di questo riduzionismo da gadget che una “estetica teologica” – come divina bellezza della forma – sicuramente oggi soffre, non delle voragini baconiane, allusioni – forse – a un nihil che non obstat».

Written by gfrangi

Maggio 11th, 2012 at 2:16 pm

4 Responses to 'Come guardare a Bacon? Una riflessione illuminante'

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  1. Sicuramente Bacon aveva una brama di vivere da Karamazov, e sicuramente quella è un dono. Ma senza lasciare che il romanticismo dilaghi, guardiamo al suo buon senso da pittore, da artigiano: è quello che ha tradotto in azioni la domanda.

    Una nota di Pasolini per chi ha paura della distorsione baconiana: “Gli uomini dovranno forse risperimentare il passato, dopo averlo artificialmente superato e dimenticato in una specie di febbre, di frenetica incoscienza. Certo, il recupero di tale passato sarà per molto tempo un aborto; una mescolanza infelice tra le nuove comodità e le antiche miserie. Ma ben venga anche questo mondo confuso e caotico, questo “declassamento”: tutto è meglio che il tipo di vita che la società stava vertiginosamente guadagnando”.

    Beatrice

    13 Mag 12 at 12:49 pm

  2. (Hey tra l’altro Roy de Meistre, l’artista che convinse Bacon a dipingere, gli insegnò degli ultimi movimenti artistici etc, e fu determinante per lui insomma, era cattolico praticante lo sapevi?)

    Beatrice

    20 Mag 12 at 6:02 pm

  3. non lo sapevo. Ne parla Pepiatt?

    gfrangi

    20 Mag 12 at 9:17 pm

  4. L’ho visto su un documentario su youtube (Francis Bacon’s Arena)… Sorgente non proprio accademica ma sembra attendibile. De Meistre tra l’altro gli avrà insegnato un sacco di cose tecniche perchè dipingevano insieme.
    http://www.youtube.com/watch?v=t9qoIyDjFCo&feature=relmfu
    dal min 4:50 circa

    Beatrice

    24 Mag 12 at 7:42 pm

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